In Italia gli infortuni sul lavoro definiti all’INAIL tra il 2001 e il 2021 sono passati da 1.001.181 a 555.236 (-55,5%) verosimilmente per gli interventi di prevenzione primaria e secondaria effettuati dalle Aziende con la collaborazione dei Medici Competenti, dell’INAIL, dell’Ispettorato del Lavoro, delle Unità Operative di Medicina del Lavoro delle ASL e delle Organizzazioni sindacali.
Nonostante questo, nello stesso ventennio, secondo i dati dello stesso Istituto assicuratore, in Italia gli infortuni sul lavoro mortali sono passati da 1528 a 1221 (-8,7%) (https://www.inail.it/cs/internet/comunicazione/sala-stampa/comunicati-stampa/com-stampa-opendata-2021.html).
Pertanto, il tasso di mortalità (infortuni mortali/infortuni denunciati x 1000) che nel 2001 era dell’1,5% nel 2021 è salito al 2,2%.
In definitiva in Italia, negli ultimi 20 anni la frequenza degli infortuni sul lavoro è diminuita molto più nettamente di quella degli infortuni mortali. Inoltre, secondo esperienze scientifiche personali e internazionali, buona parte degli infortuni sul lavoro, anche mortali, avviene perché i lavoratori non hanno rispettato le misure di sicurezza aziendali, senza con questo voler colpevolizzare i lavoratori stessi.
Queste evidenze, con le loro ricadute etiche, sociali ed economiche, a parer nostro richiedono un approccio diverso e multidisciplinare alla prevenzione degli infortuni sul lavoro e, in generale, alla gestione della sicurezza nei luoghi di lavoro.
Si è pertanto deciso di organizzare un Convegno con crediti formativi sul tema, nell’ambito delle attività della Sezione Apulo-Lucana della Società Italiana di Medicina del Lavoro (SIML), che ho l’onore di presiedere. Il Convegno prevede la partecipazione di personalità di particolare rilievo, ma con culture ed esperienze professionali profondamente diverse. La fondamentale collaborazione dell’INAIL permetterà di analizzare nel dettaglio le caratteristiche degli infortuni sul lavoro occorsi in Italia e, in particolare, in Puglia e in Basilicata negli ultimi venti anni. Sulla base di solide evidenze, sarà così possibile sviluppare e discutere concrete proposte di prevenzione secondo un approccio multidisciplinare, particolarmente opportuno per cercare di ridurre la frequenza e la gravità del fenomeno infortunistico, le cui cause sono spesso multifattoriali e mai riconducibili al caso.